Numerosi test e macchinari high-tech consentono di misurare l’efficacia dei trattamenti viso sulla nostra pelle. Facciamo quindi un tuffo nel mondo della produzione di cosmetici!
Ci vogliono tra i 9 mesi e i 2 anni perché un prodotto veda la luce nei laboratori scientifici L’Oréal e venga immesso sul mercato. In questo lasso di tempo una cinquantina di persone intervengono nel processo di produzione di cosmetici e, a ogni step, il prodotto deve superare con successo diversi test.
1. Valutazione delle materie prime
È il primo crash test che i trattamenti viso devono superare all’inizio del suo ciclo di vita. Se infatti i principi attivi contenuti nelle materie prime utilizzate non sono efficaci, compatibili tra loro o la loro cosmeticità non è perfetta, la formula dovrà essere rilavorata.
La produzione di cosmetici prevede poi ulteriori criteri di selezione: prodotti detergenti (olio struccante) o non (siero anti-età), parti del viso o del corpo coinvolte o ancora frequenza di utilizzo.
2. Test di stabilità
Una volta terminato il primo step, si passa al secondo dei test cosmetici: il test di stabilità, per assicurarsi che una formula efficace in un momento T lo rimanga anche nel tempo. È per questo che i trattamenti viso passano 2 mesi in un forno riscaldato a 45°C, che equivale a 3 anni di conservazione nel nostro bagno. All’insorgere del minimo dubbio, la formula iniziale viene rivista e corretta.
3. Test microbiologici e di tolleranza
Tutta la produzione di cosmetici viene testata presso il Laboratorio di Microbiologia di Chevilly-Larue, un luogo dove l’atmosfera sterile viene preservata al massimo. E’ vietato l’ingresso se non si indossano un camice nuovo, una cuffia, dei calzari e se non si hanno mani disinfettate. Qui si coniugano equipaggiamenti performanti e competenze scientifiche per testare le qualità microbiologiche di ogni formula, le sue eventuali contaminazioni (al fine di modificarle) ma anche la sicurezza degli imballaggi. Ancora una volta, non c’è spazio per il minimo dubbio e i criteri sono ancora più restrittivi per i prodotti dedicati al contorno occhi.
4. Test strumentali
L’obiettivo è uno: valutare la performance dei trattamenti viso attraverso una serie di test cosmetici che potremmo definire “prima e dopo”. Così, 200 volontarie conducono valutazioni non invasive sulla produzione dei cosmetici del domani. Tra le apparecchiature high-tech che possiamo trovare presso l’Unità di Valutazione Strumentale ci sono:
• SkinChip® : un apparecchio che deriva dalla strumentazione utilizzata per prendere le impronte digitali e che permette di misurare il livello di idratazione della pelle. In solo una decina di secondi, cattura immagini precise della pelle e ne restituisce, in un’immagine HD, il microrilievo esatto. Questa mappa della pelle consente di valutarne il grado di idratazione e di misurare l’efficacia dei trattamenti viso.
• La « chromasphère® : uno strumento brevettato da L’Oréal che analizza il colore della pelle. Ha consentito di creare una geografia di colori diversi di pelli a livello mondiale (in tutto 66 tonalità).
• Quantificare la morfologia delle rughe: questo sistema consente di acquisire numerose informazioni sulla geometria delle rughe (profondità, larghezza, lunghezza) e in seguito di comparare l’evoluzione del loro rilievo a D+28. E’ quello che serve per sostenere l’efficacia di un anti-rughe.
Va sottolineato che normalmente vengono effettuati dei test cosmetici complementari presso laboratori indipendenti per confermare i risultati ottenuti.